
La tecnica dei colpi di Stato filo-imperialisti, camuffati da«rivoluzioni colorate», segue ormai uno schema ben consolidato:
1) Alla vigilia delle elezioni o immediatamente dopo il loro svolgimento una gigantesca potenza di fuoco multimediale, digitale e persino telefonica bombarda ossessivamente la tesi secondo cui a vincere è stata l'opposizione, che dunque viene spinta a scendere in piazza per protestare contro i «brogli».
2) Il «colore» e le parole d'ordine delle manifestazioni sono state già programmate da tempo; la «guerra psicologica» è stata già definita in tutti i suoi dettagli per fare apparire l'opposizione filo-imperialista come «pacifica» espressione della volontà popolare e per bollare come intrinsecamente fraudolente e violente le forze di orientamento diverso e contrapposto.
3) La rivendicazione è quella dell'annullamento delle elezioni e della loro ripetizione. Non sarà ritenuto valido nessun risultato che nonsia avallato dai giudici inappellabili che risiedono a Washington e a Bruxelles. E comunque, la ripetizione della consultazione elettorale già di per sé è destinata a produrre un rovesciamento del risultato precedente. Il blocco politico-sociale che aveva espresso il vincitore considerato illegittimo a Washington e a Bruxelles tende a sgretolarsi: appare ora privo di senso opporsi ai padroni del mondo, che già con l'annullamento delle elezioni hanno dimostrato la loro onnipotenza; donchisciottesco risulta ora tentare di opporsi alla corrente «irresistibile» della storia. Donchisciottesco e anchepericoloso: come dimostra in particolare il caso di Gaza, un risultato elettorale non gradito ai padroni del mondo spiana la stradaall'embargo, al blocco, ai bombardamenti terroristici, alla morte per inedia o sotto il fosforo bianco. Su versante opposto i «democratici» legittimati e benedetti da Washington e da Bruxelles, oltre a disporre della strapotenza economica, multimediale, digitale e telefonica dell'Occidente, saranno ulteriormente caricati dalla sensazione di muoversi in consonanza con le aspirazioni dei padroni del mondo e con la corrente «irresistibile» della storia.
Ahmadinejad con Lula

Ahmadinejad con Evo Morales

Domenico Losurdo
In francese:
En Iran, une tentative de coup d’Etat pro-impérialiste En Iran, une tentative de coup d’Etat pro-impérialiste
Traduit de l’italien par Marie-Ange Patrizio
Condivido la sua analisi, professore. Tra l'altro vedo impressionanti analogie con il colpo di stato in Cile del 1973, sia per la campagna mediatica iniziata anni prima che per l'incitamento di manifestazioni interne. Nel 2007 John Bolton (amministrazione Bush) aveva dichiarato al Daily Telegraph che in Iran si doveva procedere a passi: sanzioni economiche, in caso non funzionassero fomentare la popolazione e in caso non funzionasse sarebbe stato il caso di intervenire militarmente. Abbiamo appena assistito al secondo step. Proprio come in Cile, dopo aver isolato diplomaticamente ed economicamente il presidente Allende, l'ultima spiaggia è stata proprio il golpe militare. Purtroppo ne ricordiamo tutti le conseguenze.
RispondiEliminaGrazie delle sue riflessioni.
quando si antepongono le ideologie ai fatti, questo e' il risultato
RispondiElimina"My enemy's enemy is still my enemy"
per chiunque voglia meditare e non si accontenti di soluzioni precotte; cattivi amerikani di qua e resistenti di la'
che ridicoli che siete!
http://snipurl.com/l63r0
lo stesso Lo Surdo che fa un'apologia di Stalin, non puo' che trovarsi a suo agio a difendere il regime iraniano
RispondiElimina